Il progetto per queste due case va ad occupare la parte residua, a monte, di un ripido terreno  dove alcuni anni prima lo studio aveva edificato casa Codoni-Policarpi.
La prima casa, a valle, cerca di sfruttare a proprio vantaggio le caratteristiche della topografia a balze di vigna, proponendo una sovrapposizione di due volumi, uno appoggiato sull’altro in senso ortogonale, alla ricerca di interessanti spazialità e di rapporti con terreno e panoramiche. La seconda sfrutta invece un piano esistente a monte, appoggiandovisi e cerando un dialogo fra edificio e bosco retrostante, oltre che godere appieno di una panoramica mozzafiato verso il basso Mendrisiotto e la più lontana pianura padana.

La difficoltà per l’accesso al cantiere aveva suggerito una tipologia costruttiva ad elementi intelaiati e prefabbricati in legno, trasportati e montati con elicottero, tecnica che lo studio stava in questi anni applicando a diversi altri progetti.
Il progetto è stato bloccato da un ricorso dei proprietari confinanti, relativo alla richiesta di una deroga alla distanza dal bosco, malgrado le competenti autorità cantonali l’avessero in un primo tempo concessa.